Pace? Sì, grazie.

Pace? Sì, grazie.

Guerra si, guerra no, guerra insomma… Notizie ballerine e libere interpretazioni su dispiego mezzi militari, top gun pronti a partire per Paesi non troppo vicini ma nemmeno tanto lontani, stanno rubando lo scenario alla battaglia contro il Covid che non ancora abbiamo vinto. Ci stiamo sensibilizzando alla paura, a quel sentimento di dolore senza pianto che sottende alla nostra vita di oggi, presa a schiaffi da un nemico invisibile e subdolo, lo stesso che oggi fa spazio ad un nemico che, pur avendo una chiara identità, resta subdolo e pericoloso. Quel pericolo invisibile per i Paesi dove non cadono bombe se non di riflesso: quel riflesso che ci cambia, ancora una volta, la qualità della vita quando non ruba la vita.  Allora le foto delle guerre mondiali che sembravano cimeli da custodire nella memoria storica del popolo, rappresentano invece la memoria parlante della vera natura umana. Quella che non impara, non conserva le tracce di eventi da tenere care per continuare un cammino che è toccato ai sopravvissuti alle guerre. Pronti a ricominciare a combattere per qualcosa che, per quanto importante, non vale quanto una sola vita umana. Se pace e guerra sono due facce della stessa medaglia, sceglierei la pace. Sempre.

Tiziana Petrosino

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