Dove amiamo, è casa

Dove amiamo, è casa

Sono partite le Ucat, termine tecnico che indica Unità continuità assistenziale territoriale. È un servizio nuovo, pensato per fronteggiare l’emergenza Covid-19 senza togliere l’opportunità alla continuità assistenziale per gli utenti fruitori del semiconvitto. Non saranno più gli utenti a venire al Centro, bensì gli operatori a raggiungerli nei loro luoghi. Effetti insperati di un cambiamento obbligato: la risposta dei nostri ragazzi è stata positiva, quella delle loro famiglie ancora di più. Raccolgo testimonianze degli operatori in UCAT, essi stessi meravigliati ed orgogliosi di poter “entrare” nei luoghi cari ai ragazzi, trovando spalancate le porte di casa e della speranza dei familiari. “Siamo andati a giocare nel cortile di casa dei nonni di V.”, ci ha indicato proprio lui il pallone e la strada”. “Siamo andati a casa di E. alle 13,00: avevamo l’obiettivo di coinvolgere la famiglia nell’autonomia del pranzo, momento critico per tutta la famiglia. Siamo contenti, la famiglia ha ringraziato per il coinvolgimento nelle strategie educative”. Ripenso al timore degli operatori di non essere riconosciuti dai loro ragazzi, rinchiusi in una tuta e coperti da mascherine e scudi facciali: avevo dimenticato che i legami si riconoscono al di là di ogni copertura, non nascondono e non si nascondono. Continuiamo cosi, a muovere energie seguendo gli obblighi che, magicamente, diventano possibilità. Covid19, ci stai insegnando che tutto si trasforma, non si perde e che dove amiamo, è casa.

Tiziana Petrosino

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